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Codice crisi d'impresa Bazzi Insurance Partners
29Mag
Il nuovo Codice della Crisi d’impresa e i rischi per gli amministratori
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Codice crisi d'impresa Bazzi Insurance Partners

Il nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza si appresta a compiere un anno. La sua introduzione – una delle ultime decisioni del governo Draghi – risale infatti al 15 luglio scorso, anche se la sua gestazione è di ben più lunga data – si è iniziato a dibatterne prima del Covid.

Per il mondo delle imprese italiane si tratta di una piccola rivoluzione, con importanti conseguenze nell’approccio alla gestione aziendale che andremo ad analizzare in questo articolo.

Se da una parte infatti il nuovo Codice adotta un approccio maggiormente in linea con la mentalità anglosassone e punta a favorire la continuità aziendale anche nei casi di crisi, dall’altra mette amministratori e imprenditori di fronte alle proprie responsabilità, facendo di conseguenza crescere il rischio di dover rispondere di tasca propria degli errori commessi (e soprattutto del mancato monitoraggio dei conti).

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le principali novità del nuovo Codice della Crisi di impresa e, successivamente, quali i rischi (e i possibili rimedi) per amministratori e imprenditori.

Meglio prevenire che curare

Il nuovo Codice della Crisi di impresa si basa su un principio di ragionevolezza: prima si individuano le situazioni di potenziale crisi, maggiori sono le probabilità di salvare l’azienda, garantendo così l’attività economica, le entrate del Fisco, l’occupazione dei lavoratori e, ovviamente, la ricchezza degli imprenditori.
Il modello, anche se non dichiarato, è il famoso Chapter 11 statunitense, che ha come principale obiettivo quello di favorire la continuità aziendale, dando priorità alla sopravvivenza dell’impresa rispetto ai diritti dei creditori.

La strada scelta dal legislatore italiana è differente nelle modalità, benché simile nell’obiettivo. Si obbliga infatti gli amministratori a monitorare lo stato di salute dei conti, per rilevare il prima possibile segnali di stress.
La “vecchia” legge fallimentare prevedeva invece l’intervento solo quando le difficoltà erano ormai conclamate.

Codice crisi d'impresa Bazzi Insurance Partners

La definizione di crisi

Per comprendere il funzionamento del nuovo Codice è necessario partire dalla definizione di “crisi” in esso contenuta: si tratta dello “lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.
Come accennato, lo stato di crisi viene identificato ben prima che questa si materializzi effettivamente (“probabile insolvenza”) e il metro di giudizio sono i flussi di cassa su un orizzonte temporale di un anno.

Nel caso in cui l’analisi del cash flow indichi una situazione in rapido peggioramento ma la situazione non sia ancora irrimediabilmente pregiudicata, l’imprenditore può chiedere di ricorrere alla “composizione negoziata”, un percorso riservato e stragiudiziale.

Le due alternative, composizione negoziata e liquidazione semplificata

Per attivarlo deve rivolgersi alla sua Camera di Commercio per la nomina di un esperto indipendente, il cui compito sarà quello di agevolare le trattative con i debitori nell’ottica di un superamento dello squilibrio economico-finanziario.

In caso contrario, ovvero quando non esistono misure in grado di riportare in equilibrio i conti dell’azienda, il nuovo Codice ha introdotto un nuovo istituto, quello della “liquidazione semplificata” per la liquidazione del patrimonio.

Le responsabilità di amministratori e imprenditori

Anche sul fronte delle responsabilità è stato introdotto un approccio “anglosassone”.
La filosofia adottata potrebbe essere sintetizzata nel motto: “Chi sbaglia, paga”.

In particolar modo la normativa punta a “costringere” amministratori e imprenditori ad adottare le misure necessarie per monitorare i flussi di cassa e, di conseguenza, la stabilità dei conti aziendali.
Nell’articolo 2476 del Codice Civile, dopo il quinto comma, è inserito il seguente: “Gli amministratori rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell’integrità del patrimonio sociale”.

Il mancato monitoraggio dei flussi di cassa può dunque essere addebitato agli amministratori.

Codice crisi d'impresa Bazzi Insurance Partners

Lo scudo delle polizze D&O

Alla luce delle novità introdotte dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza assumono ancora maggiore importanza le polizze D&O, la cui funzione è proprio quella di tenere indenni gli amministratori, i dirigenti e, più in generale, tutto coloro che di fatto esercitano un potere, controllo e coordinamento su una organizzazione, ma che hanno anche il non trascurabile effetto secondario di tutelare del patrimonio aziendale.

In questo articolo puoi trovare una completa disamina delle caratteristiche e del funzionamento delle polizze D&O.

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Class Action Rc Prodotti valide anche negli Stati Uniti (parte 2)
20Apr
Le Polizze RC Prodotti in Nord America
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Class Action Rc Prodotti valida anche negli Stati Uniti (parte 2)

Per ogni polizza assicurativa esistono garanzie accessorie che ampliano e cambiano il perimetro di copertura ma non stravolgono l’impianto originario del contratto.

Questa regola vale sempre, con una sola eccezione: la polizza RC Prodotti con estensione della copertura al mercato nordamericano.

Le imprese che operano Oltreoceano e necessitano quindi di una Rc prodotti valida anche negli Stati Uniti e in Canada si trovano a sottoscrivere un prodotto che ha caratteristiche profondamente diverse rispetto a quelli pensati per il resto del mondo.

Per capire il divario basti solo un elemento: una polizza RC Prodotti valida negli Stati Uniti ha un tasso di calcolo del premio che è circa dieci volte superiore a quello della copertura europea. Senza contare franchigie molto più alte.

In questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio le caratteristiche ed il funzionamento della Rc prodotti valida nel Nord America, mentre per il prodotto “base” rimandiamo alla lettura di questo articolo.

 

La severa normativa Usa a difesa dei consumatori

Le ragioni della peculiarità della Rc prodotti valida negli Usa vanno ricercate nella normativa statunitense, che è estremamente più severa nei confronti delle aziende rispetto a quanto accade nel resto del mondo.

Basti pensare all’istituto della class action, che negli Stati Uniti porta spesso a risarcimenti milionari, mentre da noi, seppur introdotta qualche anno fa sulla falsariga della normativa americana, non ha mai portato a condanne di rilievo da un punto di vista economico.

Un altro elemento da non sottovalutare sono le spese legali, che negli Stati Uniti possono arrivare ad importi molto elevati.

Nonostante ciò, in alcuni casi è più conveniente rivolgersi a un buon avvocato (e quindi dalla parcella importante) piuttosto che rischiare una debacle sul fronte dei risarcimenti.

usa soldi Rc prodotti valida anche negli Stati Uniti (parte 2)

Come strutturare una polizza RC Prodotti negli Stati Uniti

Il premio di una RC Prodotti valida anche in Nord America dipende dal fatturato realizzato Oltreoceano ed è proprio da questo parametro che deve partire l’analisi per arrivare a struttura un contratto su misura.

Bisogna poi procedere ad un’attenta analisi del rischio e della tipologia di attività svolta negli Stati Uniti. È importante cioè valutare se l’azienda interessata alla copertura opera direttamente sul mercato a stelle e strisce oppure se i suoi prodotti vi arrivano tramite un esportatore.

Ancora differente è il caso dei produttori di componenti che vengono assemblati per produrre merci che vengono poi vendute negli Usa.

C’è infine la possibilità di vendere i propri prodotti a società non americane che le rivendono a nostra insaputa negli Stati Uniti. Un’operazione che viene definita “esportazione occulta” e che solitamente viene coperta dalle polizze non-Usa ma la cui dimostrazione a volte non è facile.

USA consumi Rc Prodotti valide anche negli Stati Uniti (parte 2)

Il nodo della retroattività

Per arrivare a strutturare una polizza RC Prodotti effettivamente pensata per le esigenze del cliente è poi necessario prendere in considerazione l’aspetto della retroattività.

Normalmente la compagnia prende in carico ogni richiesta di risarcimento arrivata a polizza in corso. E questo a prescindere da quanto tempo il prodotto è sul mercato. Tecnicamente si parla di retroattività illimitata.

Le cose stanno ben diversamente in Nord America dove la retroattività è di solito limitata ai due anni precedenti l’attivazione della copertura.

Il broker che assiste il cliente deve dunque valutare tutti i rischi connessi con questa limitazione di retroattività e se del caso negoziare con la compagnia una retroattività più estesa.

Canada USA consumi Rc Prodotti valide anche negli Stati Uniti (parte 2)

Come scegliere una compagnia per le polizze RC Prodotti negli Usa

Da tutto quello che abbiamo esposto fino ad ora emerge chiaramente come l’Rc prodotti valida negli Usa non sia un prodotto “facile”.

Va strutturata correttamente e, cosa ancora più importante, è necessario scegliere una compagnia internazionale con una forte presenza negli Stati Uniti. Questo non tanto per una questione di sicurezza sul fronte finanziario, quanto per poter ottenere una gestione rapida ed efficiente del sinistro.

L’esperienza di Bazzi, Insurance Partners negli Stati Uniti

Bazzi, Insurance Partners fin dalla sua nascita ha sempre avuto un focus sul territorio nordamericano, assistendo start-up e aziende consolidate (in questo caso fornendo consulenza anche nel caso di operazioni di M&A).

L’esperienza si è consolidata anche nella gestione dei sinistri in USA, grazie anche a una profonda conoscenza di legali specializzati nelle normative sul prodotto.

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corto circuito Rc prodotti (parte 1)
19Apr
Tutti i segreti della polizza RC Prodotti
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corto circuito Rc prodotti (parte 1)

La RC Prodotti è una polizza molto diffusa. Ce l’hanno quasi tutte le aziende manifatturiere.

Nonostante sia molto diffusa e nonostante la sua semplicità dal punto di vista normativo, questa copertura ha tutta una serie di caratteristiche che è importante conoscere bene, per sfruttare al meglio le garanzie che fornisce.

Come suggerisce il nome, la polizza RC Prodotti copre i danni causati a persone o cose dovuti a difetti del prodotto dell’assicurato.

Il riferimento normativo per la definizione di “prodotto difettoso” è il Codice del consumo, il testo che ha fatto chiarezza in questo campo adottando un approccio molto attento al consumatore sulla falsariga di quanto vige negli Stati Uniti, senza però arrivare alla severità d’Oltreoceano.

In esso si legge che un un prodotto può essere considerato difettoso “quando non offre la sicurezza che ci si può legittimamente attendere”.

Si tratta dunque di un concetto molto ampio di sicurezza che fa sì che siano assai poco numerose le aziende che non sottoscrivono una RC Prodotti, nonostante non sia obbligatoria.

 

Il rischio di dover rispondere direttamente è, a ragione, considerato troppo alto.

Chi risponde dei danni provocati dai prodotti in Europa nel B2C

Per capire come strutturare nel migliore dei modi una RC Prodotti è necessario chiarire chi è il responsabile del danno.

L’individuazione di questo soggetto non è univoca se parliamo di vendite al dettaglio.

Bisogna infatti distinguere fra prodotti europei ed extra-europei.

Nel primo caso il consumatore danneggiato si può rivolgere indistintamente a chi l’ha effettivamente prodotto, a chi l’ha importato (sempre che si rimanga all’interno dei confini comunitari) oppure a chi l’ha distribuito. Quest’ultimo è ritenuto senza dubbio responsabile se il difetto è dovuto ad un errato immagazzinamento.

Le cose cambiano se il prodotto arriva da Paesi extra-Ue. In questo caso il distributore è considerato l’unico interlocutore.

Esso diventa in pratica anche il produttore, in quanto per il consumatore potrebbe essere estremamente difficile far valere le proprie ragioni con un produttore “reale” che ha sede magari dall’altra parte del globo.

La responsabilità dei prodotti nel B2B

Nel commercio fra aziende, anche noto come business to business (B2B), non si applica il Codice del consumo ma il Codice civile.

L’assemblatore può dunque rivolgersi al produttore di componenti, ma questo non significa che sia esente da qualsiasi obbligo. La direttiva europea Macchine ne stabilisce diversi, legati soprattutto alla documentazione di accompagnamento, come per esempio la Dichiarazione di conformità, il Fascicolo tecnico della costruzione e il manuale d’uso.

scintille Rc prodotti (parte 1)

Quali fattori considerare per strutturare una RC Prodotti

Per strutturare la RC Prodotti in modo che tuteli nel migliore dei modi l’assicurato è necessario valutare numerosi elementi. Le cose infatti cambiano parecchio se l’azienda che intende stipulare una polizza è un assemblatore o un produttore, se è attiva solo sul mercato nazionale oppure opera anche all’estero. In quest’ultimo caso ci sono differenze fra chi importa i componenti o i prodotti finiti, chi li esporta e chi invece è sia importatore che esportatore.

Un capitolo a parte va poi dedicato alle aziende che vendono i propri prodotti in Nord America (Stati Uniti e Canada), dove vige una normativa così severa che le compagnie assicurative spesso quasi decuplicano i premi per chi opera su questi mercati.

Per fare chiarezza su questo punto così importante, ti invitiamo a leggere l’approfondimento che trovi qui.

Un altro aspetto da non sottovalutare assolutamente è che la RC Prodotti non copre il controvalore dei prodotti (in pratica la garanzia di prodotto ). Quello fa parte del rischio di impresa e la compagnia assicurativa non se ne fa carico.

C’è infine la decisione relativa ai massimali. Ogni industria ha un suo livello adeguato e solo un broker con una grande esperienza, come Bazzi, Insurance Partners, è in grado di accompagnare l’azienda nella scelta corretta. Basti pensare ai valori che si raggiungono in alcuni settori come per esempio il farmaceutico e l’automotive, dove i massimali possono superare i 100 milioni di euro.

 

L’RC Prodotti per chi sta in cima alla supply chain

I massimali diventano particolarmente delicati per chi sta in cima alla supply chain, come per esempio il settore della chimica. I suoi prodotti, nella maggior parte dei casi, hanno un basso valore unitario, ma vengono impiegati in produzioni il cui valore cresce via via che si scende nella catena produttiva.

Le vernici sono un ottimo esempio. Un conto è assicurare il valore della vernice, un altro quello dell’automobile dove la vernice è stata impiegata.

Una polizza RC Prodotti mal strutturata rischia di coprire solo il danno causato a terzi dal prodotto originario, ovvero la vernice dell’esempio, e non quello derivato all’automobile (sempre ovviamente che il difetto di quest’ultima sia dovuto alla vernice).

Casi analoghi si verificano nell’industria alimentare. Le coperture sugli ingredienti, come per esempio la farina, non valgono per il prodotto finito, la pizza.

Introducendo le opportune clausole nel contratto è però possibile ottenere riparo anche dal danno al prodotto finito.

ruote dentate Rc prodotti (parte 1)

Le principali estensioni delle polizze RC Prodotti

Come ogni prodotto assicurativo, anche la RC Prodotti ha estensioni accessorie. Fra queste le più importanti sono il ritiro del prodotto e la copertura dei danni patrimoniali puri.

La garanzia recall è particolarmente utile per chi immette sul mercato grandi quantità di prodotti, come per esempio l’industria alimentare, automobilistica e dei beni di largo consumo. Allo stesso modo, è una protezione rilevante anche per coloro che sono a monte nella supply chain.

Essa non è inclusa di default nella RC Prodotti perché non è un danno arrecato a terzi e la RC Prodotti tiene indenni solo da richieste per danni materiali arrecati a terzi, siano essi cose o persone.

L’estensione ritiro prodotti può intervenire in tre casi.

Se è già stata attivata la RC Prodotti, a seguito di un danno materiale (distruzione, deterioramento di cose diverse dal prodotto difettoso, o lesioni personali/morte) a terzi.

Se un’autorità pubblica ordina il ritiro di un prodotto giudicato pericoloso.

Se esiste l’accertata possibilità che un prodotto possa arrecare danni. Questo si verifica per esempio quando il produttore, a seguito di analisi, ravvede la potenziale pericolosità di un suo prodotto.

L’estensione ai danni patrimoniali, tiene indenne il produttore dalla potenzialità che un suo prodotto difettoso possa causare un danno da mancata vendita al suo cliente.

Il tipico caso è quello del produttore di un componente meccanico che, una volta installato in un impianto, a causa della sua difettosità determina l’inutilizzabilità di quest’ultimo, causando all’utilizzatore un danno da interruzione dell’attività.

Tutto ciò senza che necessariamente il componente abbia danneggiato materialmente l’impianto (condizione invece necessaria nella formulazione classica della RC Prodotti).

L’importanza di un broker con esperienza

Come abbiamo potuto vedere, una polizza fondamentalmente semplice come la RC Prodotti presenta numerosi aspetti da non sottovalutare. E sono proprio questi dettagli a farla diventare molto preziosa per l’assicurato oppure poco efficace.

Bazzi, Insurance Partners vanta un’esperienza trentennale in questo campo e sa come strutturare una RC Prodotti fatta su misura per le esigenze di ogni azienda.

In aggiunta, grazie ai rapporti consolidati con le principali compagnie assicurative, è in grado di selezionare le offerte più convenienti.

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