Contrariamente a quanto potrebbe far pensare il nome, le polizze RC Amministratori servono a tutelare il patrimonio aziendale. Ecco come funzionano e perché sono importanti.
Esistono polizze di facile comprensione e ne esistono altre il cui funzionamento può risultare ostico ad una prima, veloce analisi.
Nel primo gruppo, certamente il più ampio, rientra per esempio l’RC Auto.
Se provoco un incidente per non aver rispettato un semaforo rosso e danneggio un veicolo che attraversava l’incrocio con il verde, la mia assicurazione rimborserà il danno all’altro veicolo (ed eventualmente al conducente) da me causato.
Tutto piuttosto chiaro.
Nel secondo gruppo troviamo invece una polizza come la D&O (“Directors & Officers Liability”), il cui scopo più evidente è tenere indenni gli amministratori, i dirigenti e, più in generale, tutto coloro che di fatto esercitano un potere, controllo e coordinamento su una organizzazione, ma ha anche un effetto secondario di tutela del patrimonio aziendale. È quindi vero che l’azienda che sottoscrive una polizza D&O lo fa per tutelare i propri amministratori ma anche se stessa, poiché l’assicuratore diventa un soggetto molto più solvibile rispetto ad una persona fisica.
Vediamo dunque nel dettaglio come funziona questa particolare copertura assicurativa che, proprio a causa della sua complessità, è poco utilizzata dalle imprese italiane, che rinunciano così, compiendo un errore che può rivelarsi molto grave, a un potente strumento.
I presupposti della D&O
Per capire le polizze D&O, che è anche conosciuta come RC Amministratori, bisogna però prima fare un passo indietro nel tempo.
Nel 2004 è stata infatti varata una riforma del diritto societario italiano, che prevede importanti oneri per gli amministratori.
Se prima era semplicemente richiesta loro la diligenza di un padre di famiglia, adesso l’accettazione dell’incarico comporta l’assunzione di grandi responsabilità, commisurate alla natura dell’incarico svolto.
Paradossalmente il professionista che non ha le competenze adatte a un determinato ruolo dirigenziale dovrebbe rinunciare all’offerta. Ma questo non sempre accade, sia perché spesso manca la consapevolezza dei propri limiti, sia perché è difficile dire di no alle retribuzioni offerte per i posti apicali.
Una volta accettato l’incarico, gli amministratori possono venir chiamati a rispondere dei danni causati all’impresa con il loro operato.
A far loro causa possono essere tutti gli stakeholder e in particolar modo gli azionisti, nel caso in cui le decisioni prese dall’amministratore delegato o da qualsiasi altra figura che abbia deleghe pesanti portino a un depauperamento del patrimonio aziendale.
Nella maggior parte dei casi, però, le cifre in ballo superano di gran lunga la ricchezza personale dell’amministratore incriminato e tanto più è grande la società tanto più è probabile che si verifichi questa situazione.
Il rischio è dunque che il tribunale dia ragione a chi promuove l’azione di responsabilità, ma che il danno non venga mai rimborsato per l’incapienza del condannato.
Entra qui in gioco la polizza D&O, che si fa carico del pagamento.
Come funziona la polizza D&O
Va subito precisato che la D&O copre solo gli aspetti civili e non quelli penali che restano in carico al dirigente.
Si tratta comunque di coperture che hanno poche eccezioni: il dolo è ovviamente escluso ma la colpa grave è per esempio inclusa.
Il dolo però viene escluso solo a sentenza passata in giudicato e l’assicurazione anticipa anche le spese legali.
Come anticipato, solitamente il contraente è un’azienda e gli assicurati sono le persone fisiche; il beneficiario infine è il richiedente il risarcimento, che spesso è l’azienda stessa, come dimostrano ampiamente le statistiche.
Le polizze D&O personali
È anche possibile che queste ultime decidano di non sottoscrivere una D&O; in tal caso può farlo direttamente il manager con una D&O cosiddetta personale, ma si tratta di una casistica meno frequente e sotto certi aspetti più complessa.
Se per un’assicurazione è relativamente facile quotare una D&O per un’impresa perché sono moltissimi i dati noti grazie a bilanci e documenti societari, non altrettanto facile è stimare la “rischiosità” di un manager oppure di un sindaco, carica altrettanto delicata.
In entrambi i casi, ovvero sia che il contraente sia un’azienda oppure una persona fisica, è necessario preparare la stipula del contratto con grandissima attenzione e professionalità.
Il questionario va compilato molto bene, per evitare esclusioni dovute per esempio a fatti noti.
Come sempre accade con le polizze più complesse il rapporto di fiducia fra contraente e broker è di fondamentale importanza.
L’esperienza di Bazzi, Insurance Partners
Bazzi, Insurance Partners vanta una grande esperienza in materia di polizze D&O ed anche numerosi casi che testimoniano la bontà del lavoro preliminare svolto.
Alcuni di essi sono molto esemplificativi del funzionamento e dell’importanza delle polizze Rc Amministratori.
Case study nr. 1: fallimento di aziende
Il primo riguarda un procedimento civile nei confronti di un amministratore di una società attiva nel settore alimentare, promosso da una società terza per crediti del valore di 1,5 milioni di euro vantati nei confronti di due controllate (fallite) dalla società di cui era amministratore l’assicurato.
L’accusa era che il fallimento delle due società fosse dovuto alla “malagestio” dell’assicurato.
In prima battuta l’assicurazione ha coperto le spese di difesa e, nel caso di condanna, si farà carico anche del risarcimento.
Vale la pena notare come questo sia un caso piuttosto comune in questo periodo economico: le società che ritengono di vantare crediti nei confronti di società ormai fallite, oltre ad insinuarsi nel fallimento, agiscono direttamente nei confronti degli amministratori confidando in una transazione.
Case study nr. 2: società di leasing
Un altro esempio molto interessante riguarda l’ex amministratore delegato di una società di leasing (la contraente di polizza) che è oggetto di un’azione sociale di responsabilità promossa da alcuni soci, che lamentano una perdita patrimoniale subita dalla società e conseguentemente un danno a loro carico.
La causa di tale perdita viene identificata nella decisione dell’ex amministratore delegato di concedere un leasing ad un cliente che non ha rispettato il contratto; contemporaneamente il bene oggetto del contratto ha perso valore (si tratta di una imbarcazione di lusso rubata, utilizzata in un traffico di stupefacenti e successivamente ritrovata in nord Africa e recuperata con notevoli costi).
La responsabilità contestata all’assicurato è di avere concesso il leasing di cui sopra senza le necessarie verifiche del caso.
La richiesta è di circa 1 milione di euro e sono in corso tre separate cause civili.
Ad oggi l’ammontare indennizzato per la difesa è di 146mila euro.
Se il giudice dovesse dar poi ragione ai promotori dell’azione di responsabilità, verrà risarcito anche il danno.