Magazzino Export

Nel 2021 è stata superata la Francia nella classifica mondiale. La corsa sta proseguendo anche quest’anno, ma non senza rischi

La corsa dell’export italiano non conosce battute d’arresto.

In un momento di difficoltà per la congiuntura mondiale, fra tassi d’interesse in aumento, inflazione al galoppo e crescenti tensioni geopolitiche, le piccole e medie imprese che operano anche al di fuori del mercato domestico stanno mostrando una capacità di affrontare le avversità fuori dal comune.

In particolar modo si stanno rivelando in grado di passare al cliente il rialzo dei costi delle materie prime. Una cosa niente affatto scontata.

Va letto così il più recente dato dell’Istat relativo all’export, che a giugno ha mostrato un balzo del 21,2% su base annua. Le merci e i servizi italiani hanno riscosso successo sia nell’area Ue (+21,2%) che in quella extra-Ue (+21,1%).

I mercati che hanno contribuito maggiormente a questo risultato sono stati gli Usa (+25,3%), la Germania (+15,6%), la Francia (+16,7%), il Belgio (+54,0%) e la Turchia (+87,4%).

Le sanzioni hanno invece fatto crollare (-19,1%) le esportazioni verso la Russia e anche la Svizzera ha fatto registrare una performance negativa (-2,2%).

A livello settoriale i comparti che hanno fornito la spinta più importante sono stati i prodotti petroliferi raffinati (+100,9%), gli articoli farmaceutici, quelli chimico-medicinali e botanici (+47,8%), le sostanze e prodotti chimici (+30,0%), i macchinari e gli apparecchi (+10,1%) e i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+19,6%).

Ancora una volta dunque i settori che sono i fiori all’occhiello del Made in Italy, ovvero la meccanica di precisione, l’industria farmaceutica e l’agroalimentare, hanno mostrato tutta la loro forza.

Quello di giugno è stato il sedicesimo progresso consecutivo e l’ottavo a doppia cifra.

Nei dodici mesi che vanno dal luglio 2020 al giugno 2021 il bilancio complessivo è pari a 572 miliardi di euro di export. Un risultato che va ad aggiornare il record storico fatto segnare nell’anno solare 2021, quando è stata per la prima volta superata quota 500 miliardi di euro – per l’esattezza sono stati 516 miliardi.

Grazie a questa performance l’Italia ha anche superato la Francia nella classifica dei Paesi più votati all’export. Adesso si trova in ottava posizione con una quota del mercato mondiale pari al 2,9% (Parigi si ferma al 2,8%).

Porto Export

A favorire l’exploit delle imprese italiane all’estero ha certamente contribuito la forza del dollaro, che ha reso più convenienti le merci prodotte nell’area euro, ma a sostenere le esportazioni sono soprattutto le capacità di adattamento ai mutati scenari mondiali degli imprenditori.

La prosecuzione della corsa dell’export è però tutt’altro che scontata. I venti contrari spirano forti, a partire dall’aumento dei costi energetici.

Produrre sta diventando sempre più oneroso e il rialzo del prezzo delle materie prime energetiche sta facendo sentire tutto il proprio peso anche sul costo dei trasporti. Un fattore di primaria importanza per chi esporta le proprie merci.

Bankitalia ha rilevato come nel corso del 2021 l’incidenza dei trasporti sul totale dei costi sia passata dal 3,1% al 3,3%, mettendo così a segno il secondo rialzo consecutivo. Aumento proseguito poi anche nei primi mesi del 2022, che si candida con ogni probabilità a essere il terzo della serie.

Ci sono poi i rischi legati alle tensioni geopolitiche, che possono provocare inattese interruzioni della supply chain o improvvise chiusure di mercati, come ha ben dimostrato il caso della Russia, dove le aziende italiane sono sempre state forti.

Azzerare questi rischi non è ovviamente possibile, ma li si può ridurre con adeguate coperture assicurative.

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