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Secondo il Rapporto Export di Sace, nel 2021 le esportazioni hanno fatto segnare il record di sempre (603 miliardi). Il conflitto in Ucraina e l’interruzione delle catene globali rendono però l’attività all’estero sempre più rischiosa.

L’export italiano corre veloce. A certificarlo è il Rapporto Export 2022 di Sace, che mostra come le vendite sui mercati esteri delle aziende tricolori abbiano fatto registrare il nuovo record di sempre nel 2021 a quota 603 miliardi di euro.
È la prima volta nella storia che viene superata la soglia dei 600 miliardi. Un risultato ottenuto grazie al balzo del 18,2% (a 516 miliardi) messa a segno dai beni e del 15,6% (a 87 miliardi) messa a segno dai servizi.

 Il record precedente è quello del 2019, quando era stata toccata quota 589 miliardi, grazie a un apporto pari a 480 miliardi per quel che riguarda i beni e di 109 miliardi per i servizi (questi ultimi sono dunque ancora sotto i livelli pre-Covid).

Il 2020, l’anno peggiore della pandemia, si è invece chiuso con un calo del 9,1% per i beni e un crollo del 31,5% per i servizi.

esportazioni italiane di beni per raggruppamento

“L’export è (e resta) un grande fattore di resilienza per l’Italia, ma in un contesto globale sempre più mutevole e complesso – scrivono gli esperti della società del ministero delle Finanze il cui compito è quello di assicurare i crediti delle aziende attive nell’export – Dopo un 2020 segnato dall’emergenza pandemica, lo scorso anno si era chiuso sotto i migliori auspici, all’insegna della ripartenza dell’economia globale. A inizio 2022 questo scenario è nuovamente mutato e in maniera repentina. Alle criticità connesse alle catene globali del valore si è aggiunto lo scoppio del conflitto a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con forti e persistenti pressioni sui prezzi oltre le previsioni iniziali e, più in generale, con diffusi impatti sugli equilibri geoeconomici mondiali. Tutto questo ha reso più costosa e rischiosa ogni attività di impresa, a partire dall’export”.

Nello scenario di base, che sconta una lenta e progressiva risoluzione del conflitto in Ucraina, Sace stima che le esportazioni italiane di beni in valore siano cresciute del 10,3% nel 2022 e continuino a registrare un andamento positivo anche quest’anno (+5%), quando si raggiungeranno quasi i 600 miliardi di euro (cifra a cui vanno poi aggiunti i ricavi provenienti dalla vendita di servizi), consentendo all’Italia di migliorare dal 2,8% al 3% la sua quota di mercato a livello mondiale.

esportazioni italiane di beni e servizi in valore

Nel corso del 2021, nell’ambito dell’assicurazione del credito, Sace ha sostenuto operazioni complessivamente per 9,3 miliardi di euro.

L’area delle Americhe rappresenta il 46% dei volumi di nuove operazioni di credito all’esportazione sostenute da Sace, con Brasile, Messico e Perù che si confermano i mercati più dinamici in termini di numero di operazioni assicurate. A seguire, l’area dell’Europa emergente e Csi (27% delle risorse mobilitate) e l’area Medio Oriente e Nord Africa (15%).

Al 31 dicembre 2021 il portafoglio Sace di transazioni assicurate e investimenti garantiti era pari a 165 miliardi di euro e coinvolgeva ben 25mila imprese, di cui l’85% erano Pmi.

le geografie più dinamiche per l'export italiano di beni

Per rendere completa la protezione delle operazioni sui mercati esteri, le imprese possono integrare le garanzie sui crediti e sugli investimenti offerte da compagnie quali Sace, Coface, Atradius e Allianz Trade con la realizzazione di programmi assicurativi con polizze master. La soluzione più efficiente per garantire uniformità alla copertura dei principali rischi (incendio/all risks property, responsabilità civile, trasporti, D&O), a cui si possono ovviamente aggiungere singole polizze locali per coprire peculiari rischi di determinati Paesi.

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